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Milano, 5 febbraio 2019. Si è concluso il progetto di revisione e integrazione del Fondo archivistico Felice Pirola, realizzato dalla dott.ssa Sonia Gliera e coordinato dal prof. Massimo Castoldi.

Il progetto ha portato al riordino e all’inventariazione analitica, cartacea e informatizzata di tutti gli atti del fondo.

Il nuovo inventario, arricchito di indici onomastici e toponomastici, è stato realizzato con il software Archimista, distribuito gratuitamente dalla Regione Lombardia, per la pubblicazione sulle banche dati presenti sul web.

La realizzazione è stata possibile grazie al conferimento di un finanziamento regionale, ai sensi del decreto pubblicato sul BURL Serie Ordinaria n. 29 del 20 luglio 2018 relativo a un bando regionale sulla valorizzazione di biblioteche e archivi storici di enti locali.

Felice Pirola

Felice Pirola nasce a Lissone il 16 febbraio 1923 da Giuseppe e da Maria Clapis.

Di professione meccanico tornitore di apparecchi di precisione nel 1942 è richiamato sotto le armi e presta servizio nel Genio militare, come telegrafista, prima a Pescia (Pistoia) e poi a Casale Monferrato (Alessandria).

Nell’inverno 1942/1943 è inviato nella zona operativa di Grasse, sulle Alpi marittime francesi, nella 4a Armata 1° Corpo d’armata 39a Compagnia telegrafisti (2° Reggimento Genio Torino).

Prigioniero dei tedeschi

Viene fatto prigioniero dei tedeschi dopo l’armistizio, il 10 settembre 1943, e imprigionato nella caserma di Grasse, da dove, dopo pochi giorni, è caricato su un carro bestiame per essere trasportato in Germania nel campo di internamento per prigionieri di guerra di Limburg (Stammlager XII A). Dopo un periodo di lavoro coatto presso una fabbrica di proiettili e in una di lastre di vetro, alla fine del novembre 1943 è trasferito a Ludwigshafen Rein.

Qui è costretto a compiere lavori di fatica, anche come garzone, nella fabbrica della I.G. Farben dove partecipa ad azioni di sabotaggio, prima singolarmente e poi in un gruppo della resistenza organizzata, con compagni russi e polacchi e il nome di battaglia di Armand, che gli costano l’arresto e brutali interrogatori nel penitenziario di Manheim da parte della Gestapo.

A seguito di questo viene imprigionato in campi – prigione e in campi speciali Ss come deportato politico e utilizzato per lavori di fortificazione sulla linea di guerra Sigfrido in località diverse.

Il 1° gennaio 1945, mentre si trova a Pirmasens, fugge con altri prigionieri per più giorni fino a nuova cattura e all’invio ai carceri penitenziari della Gestapo di Frankfurt e poi di Bayreuth dove è liberato a metà aprile del 1945 da truppe americane.

Dopo la Liberazione

Viene ricoverato per due mesi all’ospedale di Bayreuth diretto dagli americani, da cui si allontana clandestinamente per rientrare in patria. Pesa 41,7 chilogrammi. In Italia le sue precarie condizioni di salute, causate dalla malnutrizione, dai maltrattamenti e dalle torture subite, lo costringono per due anni a continui ricoveri in ospedali e case di cura; per questo gli viene assegnata la pensione di guerra.

Nel dopoguerra, tra periodi di buona salute e periodi di ricadute con gravi malesseri psicofisici, riesce a reinserirsi lavorativamente come inserviente. Si appassiona di filatelia, diventando un esperto e un collaboratore di riviste specializzate.

Nel 1965 si iscrive all’Aned di Milano; è associato anche all’Anei, dove ricopre per più anni la carica di consigliere nel Direttivo. Per entrambe le associazioni svolge un’intesa attività di ricerca e di sostegno. Diventa un “appassionato raccoglitore di memoria” recuperando e conservando numerosi documenti dell’epoca, anche originali, e documentazione informativa su campi di deportazione politici e militari e su internati militari italiani (Imi), ma anche su nazismo, fascismo e Resistenza.

Muore a Milano nel 2000.

Il Fondo Pirola

Il fondo Pirola è stato donato dalla famiglia alla Fondazione Memoria della deportazione nel 2003 e contiene atti raccolti o prodotti da Felice Pirola durante le sue ricerche. Altra documentazione è stata versata negli anni successivi, in particolare nel 2004 e nel 2017 dalla figlia Tiziana. A seguito del presente riordino, si compone di 72 buste, per 224 fascicoli e copre un arco cronologico dal 1916 al 2000, con antecedenti fin dal 1839.

Tra i fondi di proprietà della nostra Fondazione il fondo Pirola è certamente il più richiesto per la consultazione, soprattutto per la ricchezza del materiale ivi contenuto relativo agli Internati Militari Italiani. Il 29 novembre 2016 il nostro fondo è stato usato per la realizzazione a Berlino di una mostra permanente sugli Internati Militari Italiani presso il Centro di documentazione sul lavoro forzato di Schöneweide. Fu inaugurata alla presenza dei Ministri degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, e italiano Paolo Gentiloni, e della nostra Presidente Floriana Maris. Il 26 gennaio 2018 altri materiali del fondo sono stati contributo determinante per la realizzazione a Cracovia, presso l’Istituto italiano di cultura, via Grodzka 49, di una mostra sugli Internati Militari Italiani, 600.000 volte no, che ha presentato alcune rare fotografie del campo di Przemyśl, conservate appunto nel Fondo Pirola. Di entrambe le mostre sono stati pubblicati i cataloghi con i nostri materiali.