Don Franco Mapelli

don Franco Mapelli (Barzanò 1919 ‒ Monticello 1997)

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Don Franco Mapelli nasce a Barzanò, in provincia di Lecco, il 6 novembre 1919, viene ordinato sacerdote a Milano il 29 maggio 1943 e subito inviato a Melzo come coadiutore della Parrocchia SS. Alessandro e Margherita. Dal 1943 al 1945 è cappellano della 105a Brigata Garibaldi “Fiume Adda”, che assiste dal punto di vista religioso e umano. Offre assistenza a ricercati politici e aiuta gruppi di ebrei nell’espatrio verso la Svizzera, oltre a intervenire di persona per salvare dalla fucilazione un gruppo di partigiani, forse una ventina, destinato dai fascisti della Brigata Muti alla sicura morte. Don Franco conduce, insieme a don Enrico Cazzaniga, le trattative per salvare Liscate dalla distruzione da parte di una colonna tedesca in ritirata. Viene arrestato almeno due volte dai fascisti, ma mai detenuto. A conclusione della guerra organizza, con l’aiuto di molti giovani melzesi, il rimpatrio dalla Germania di internati italiani, fra i quali Don Bonzi e Padre Gianantonio Agosti, e, grazie alla collaborazione e al contributo di tanti, organizza viaggi in camion verso il Brennero per riportare a casa reduci e pianifica per loro una accoglienza.

La stanza è stata inaugurata dal prof. Massimo Castoldi il 20 gennaio 2015, alla Scuola Media Statale “Pietro Mascagni”, Via Mascagni 11 Melzo (MI). Erano presenti gli studenti delle classi terze, che hanno lavorato al progetto con i propri docenti coordinati dalla prof.ssa Paola Guidotti, il dirigente scolastico prof. Andrea Caspani, don Antonio Mascheroni, assistente agli ospedali di Melzo e Liscate e già parroco di Liscate, e alcuni testimoni, fra i quali Franco Bergamaschi e Umberto De Ponti.

Sulla base di ricerche già avviate nel precedente anno scolastico sulle vicende resistenziali del territorio di Melzo, si è inaugurata la stanza realizzata con il patrocinio dalla Fondazione Memoria della Deportazione e dedicata a questo sacerdote collaboratore della Resistenza e vero e proprio “costruttore di libertà”, ricordato sia da don Giovanni Barbareschi, sia da Giovanni Pesce. Studenti e insegnanti, coordinati dal prof. Massimo Castoldi per la Fondazione e dalla prof. Paola Guidotti, hanno avviato e portato a termine una ricerca sulla figura del sacerdote, lavorando su archivi locali e provinciali. La stanza è un laboratorio permanente sulla memoria, con una biblioteca di oltre cinquanta volumi sulla deportazione e sulla Resistenza e un PC donati alla scuola dalla Fondazione. Il progetto è stato possibile grazie al contributo della Fondazione Cariplo.