Print Friendly, PDF & Email

Dal 3 al 5 novembre la Fondazione Memoria della Deportazione organizza una nuova visita al campo di Auschwitz con 40 studenti del liceo bolognese “Laura Bassi”; dal 12 al 15 novembre l’iniziativa si ripeterà con 36 studenti dell’Istituto bolognese “Rosa Luxemburg”. In entrambe le circostanze gli studenti saranno accompagnati dai loro docenti e da Divo Capelli, per la nostra commissione didattica. Lo scorso anno gli studenti del “Rosa Luxemburg” hanno realizzato due brevi documentari, che segnaliamo

Filmato 3DR

Filmato  3GR

Si ripete per il terzo anno la nostra iniziativa di presentare agli studenti la memoria della deportazione, riflettendo con loro sul significato della visita ai campi di sterminio in rapporto con la necessità della ricerca storica e con le sfide del presente. Si ribadisce pertanto ancora una volta l’intento di andare oltre il motto “ricordate affinché non si ripeta”, che rischia di trasmettere non solo un’immagine oltremodo ingenua della storia, ma anche un moralismo banalizzante, che la vorrebbe risolvere in una visione compassionevole, a volte addirittura in una favola edificante che racconta la guerra del bene contro il male, nella quale noi spettatori passivi siamo inevitabilmente, quasi per un inspiegabile diritto, dalla parte del bene.

Andiamo e dobbiamo andare sui luoghi della memoria, non solo per rendere doveroso omaggio ai milioni di vittime innocenti dello sterminio, ma anche per rafforzare in noi l’urgenza delle domande alle quali facciamo fatica a rispondere e che sono le domande, che sono al centro della nostra vicenda collettiva e individuale, che sono le domande del nostro presente:

perché una società, che si definisce civiltà, arriva a  decretare l’assassinio di una parte della propria popolazione?

– perché ciò è accaduto proprio in Germania, in Austria, in Italia e oggi accade anche in altre parti del mondo?

– perché  ancora nel mondo contemporaneo cultura e barbarie non sono dissociabili l’una dall’altra, nonostante tutti i discorsi e gli appelli che da secoli si fanno sulla richiesta di pace e di tolleranza? 

Visitare i luoghi dello sterminio, dunque, non è né il punto di partenza, né il punto di arrivo di un percorso, ma soltanto un importante, forse oggi imprescindibile, momento di un itinerario di conoscenza storica, al quale tutti dobbiamo partecipare con senso di responsabilità e consapevolezza. Il nostro scopo è ripercorrere insieme la nascita delle strutture del pensiero antidemocratico, del totalitarismo, che i nostri avi hanno prodotto e sostenuto, e impegnarci a riconoscerne i germi nella società nella quale viviamo.

Il nostro è un dovere di conoscenza per cercare di comprendere, prima ancora che di rispondere.