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Milano, mercoledì 19 giugno 2019, ore 17.30 presso la Sala Buzzati di via Balzan 3 si terrà la tavola rotonda La memoria oggi. Le parole della democrazia, organizzata da Fondazione Corriere della Sera e Fondazione Memoria della Deportazione, con l’adesione dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti e il contributo di Fondazione Cariplo.

Saluti introduttivi Piergaetano Marchetti, presidente Fondazione Corriere della Sera; Floriana Maris, presidente Fondazione Memoria della Deportazione

Introduce Marino Livolsi, sociologo

Intervengono

PACE, Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura arcidiocesi di Milano

DIFFERENZE Elio Franzini, rettore Università degli Studi di Milano

COMPETENZA Gianni Canova, rettore IULM

PARTECIPAZIONE, Gadi Luzzatto Voghera, direttore Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea

Conclude, Salvatore Veca, filosofo

Modera Marco Bertoli, direttore Fondazione Memoria della Deportazione

Ingresso libero

con prenotazione www.rsvpfondazionecorriere.it

Locandina

 

Intervista sulle ragioni dell’evento di Giorgio Oldrini a Marco Bertoli, direttore della Fondazione Memoria  della Deportazione.

Cosa si propone di ottenere questo incontro?

Siamo partiti dall’idea che occorre riscoprire il valore della memoria, non solo come ricordo di quel che avvenne 75 anni fa’, ma in relazione a quello che oggi succede. Anche queste elezioni europee ci danno la dimensione di un rivolgimento storico con insidie evidenti. Davanti al riapparire di forze politiche consistenti che si ispirano all’autoritarismo, all’antiebraismo, all’odio per la diversità e che fanno appello a nazionalismi potenzialmente forieri di conflitti e di scelta antidemocratiche quale è l’insegnamento che ci viene da quelle vicende? E come possiamo renderlo attuale e farne strumento di lotta culturale e politica oggi?

In sostanza tu rifiuti l’dea del ricordo per trasformarlo in memoria.

Sì, il ricordo, che è un doveroso riandare col pensiero a tempi passati, deve diventare memoria nel senso che deve servire a capire i nostri tempi e a proporci risposte attuali, alle sfide che i risultati elettorali in tutta Europa, e anche in casa nostra, ci hanno mostrato con enorme chiarezza.

C’è stato, secondo te, nella nostra storia qualche esempio precedente?

Sì, io vado con la memoria ai tempi del terrorismo e della strategia della tensione negli anni ’70, quando attorno all’ Antifascismo la maggioranza delle forze politiche, sindacali, sociali e culturali seppero trovare le ragioni che permisero di sconfiggere chi attentava alla democrazia. Lo fecero ispirandosi ai valori della Resistenza, ma rendendoli attuali, misurandoli con i problemi di quel momento e rendendoli contemporanei. Con i drammatici temi e le insidie che proponevano le bombe di piazza Fontana o di piazza della Loggia e con gli attentati delle Br.

A questo convegno partecipano istituzioni e personalità di grande rilievo.

E’ sicuramente  molto importante questa presenza plurale e di alto livello. Quando abbiamo proposto di riflettere insieme su questi problemi abbiamo capito subito che nella società c’è una esigenza profonda di trovare le ragioni di oggi per rispondere agli attacchi alla democrazia. Il nostro primo interlocutore è stata la Fondazione del Corriere della Sera, al punto che l’incontro si tiene proprio nella prestigiosa e storica sede di via Solferino.

Mi sembra che da tempo non si trovavano insieme a discutere di questi temi personalità e istituzioni di questa rilevanza.

L’Arcivescovado, i Rettori di due Università prestigiose, personalità come Livolsi e Veca che si riuniscono a riflettere insieme sono il segno che la sensibilità e l’allarme vanno oltre la nostra Fondazione o l’Aned. Abbiamo toccato un tema vero e come tale percepito. Queste presenze e i contributi che daranno sono il termometro di una minaccia e di una insidia reale, ma anche la dimostrazione che si può lavorare per trovare le risposte adeguate alla sfida pericolosa che ci viene proposta.