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A dieci anni dalla scomparsa di Gianfranco Maris

Il 14 agosto 2015 decedeva, in Milano, Gianfranco Maris, storico presidente dell’Associazione Nazionale Deportati e della Fondazione Memoria della Deportazione.

La Fondazione Memoria della Deportazione desidera ricordare, con queste brevi note sull’attuale momento storico che insanguina anche le nostre coscienze, il suo impegno per la memoria: la memoria ha valore soltanto se consente di rielaborare concettualmente i processi che nel passato hanno portato ad un risultato di dolore e di morte, di miseria e di impedire che questi processi progrediscano.

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Di fronte alla catastrofe umanitaria a cui assistiamo ogni giorno, alle guerre, alle violenze, alla barbarie che ha sostituito ogni forma di diritto, al prolungato eccidio di Gaza, all’uso della fame e della sete come armi di guerra, si sono levati appelli all’Europa perché esista come comunità politica capace di garantire i diritti dell’uomo e non solamente come entità economico – burocratica.

Limitarci a semplici dichiarazioni è comportamento colpevole se non una vera e propria correità.

Dobbiamo impegnarci in azioni.

L’Europa, noi, sanzioniamo Israele, isoliamolo diplomaticamente, smettiamo di vendergli armi, mettiamo in pratica le decisioni del Tribunale Internazionale dell’Aja su mandati d’arresto e fine dell’occupazione, salviamo quel che resta dei corpi scheletrici dei palestinesi e dell’anima dell’umanità intera.

Nel 2000 al congresso nazionale di ANED svoltosi all’interno del campo di sterminio di Mauthausen, Gianfranco Maris così concludeva il suo intervento che ancora oggi dimostra tutta la sua drammatica attualità: “il messaggio della memoria dice oggi che il presupposto di qualunque pace sono i diritti fondamentali dell’uomo….non può esservi globalizzazione dei mercati e delle monete senza la globalizzazione dei diritti”.