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Milano, 29 settembre 2018. La Fondazione Memoria della Deportazione ha acquisito il Fondo archivistico e documentario di Roberto Camerani (1925-2005), deportato a Mauthausen, per donazione dalla figlia Adele Camerani Cerizza.

Il Fondo

Il fondo consta di 1 fascicolo e 108 carte (comprese buste e foto), per un arco cronologico compreso tra il 1944 – 1956, 1990 – 1999; oltre a 13 pezzi in VHS, contenenti registrazioni di incontri di Camerani nelle scuole, partecipazione a trasmissioni televisive, testimonianze durante i viaggi-studio al lager di Mauthausen e interviste. compresi tra 1993 e 2004.

Roberto Camerani

Roberto Camerani nasce a Triuggio il 9 aprile 1925. Trascorre un’infanzia serena e riceve dalla scuola, come tutti in quegli anni, un’educazione fascista. Nel 1933 il padre viene licenziato dalle ferrovie per essersi rifiutato di fare il saluto romano e la famiglia si sposta a Monza e poi a Milano. Sullo sfondo scorrono le vicende che conducono l’Italia ad entrare in guerra.

Nel giugno del 1940, un fratello maggiore è chiamato a combattere sul fronte jugoslavo. Milano è sotto i bombardamenti e i Camerani, per sfuggire al pericolo, si trasferiscono a Cernusco sul Naviglio.

Dopo l’8 settembre 1943, Roberto pur non essendosi mai impegnato attivamente in politica, ancora affascinato dalla propaganda fascista, acquisisce però una nuova consapevolezza e si unisce alla Resistenza. Ma è comunque sempre un ragazzo di 18 anni, inesperto e ingenuo nelle sue azioni antifasciste.

Viene inevitabilmente arrestato con sei compagni e rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano, dove rimane dal 18 dicembre 1943 al 4 marzo 1944 e successivamente deportato.

Passa dapprima per Bolzano poi giunge a Innsbruck, poi a Mauthausen, dove gli viene assegnato il numero di matricola 57555, infine viene spostato nel sottocampo di Ebensee, destinato al lavoro di scavo in galleria. Il 6 maggio 1945, in fin di vita, è liberato dall’esercito americano.

Dopo i giorni di convalescenza inizia il viaggio di ritorno in Italia. Ritrova la sua famiglia, sua madre e inizia la sua nuova vita. Per anni non parla a nessuno della propria deportazione, non fa ritorno in quei luoghi. Iscritto all’Aned fin dal 1950, Roberto capisce però l’importanza della testimonianza e dagli anni’80 in poi accompagna i giovani al lager di Mauthausen, collaborando attivamente nelle scuole. Muore il 20 luglio 2005 a Cernusco sul Naviglio.

Consistenza del Fondo

Nel Fondo, che sarà presto inventariato, sono conservati documenti originali a partire dal 1944 e successivi, prodotti e conservati dallo stesso Camerani e poi dalla famiglia a testimonianza della sua vicenda concentrazionaria, a partire dalla corrispondenza dal carcere di San Vittore del 1944; molti documenti  personali; volantini  aviolanciati di propaganda, pianta del campo di Ebensee e legenda pianta campo, foglietti scritti a mano relativi agli ultimi giorni nel campo dal  3 al  9 maggio 1945 e trascrizione a macchina degli stessi; corrispondenza  con  ex compagni di prigionia tra il 1946-1950;  corrispondenza tra il 1990 -1999 con  Dick Pomante sergente americano, comandante di uno dei carri armati americani che entrarono nel campo di Ebensee il 6 maggio 1945.

Nell’immagine Roberto Camerani e Dick Pomante a Ebensee il 6 maggio 1995.