Print Friendly, PDF & Email

Milano, sabato 5 ottobre 2019, dalle ore 11.30 alle 13.00 presso la Sala conferenze della Fondazione Memoria della Deportazione (via Dogana 3, Milano) nell’ambito del laboratorio permanente Milano 1919-1948. Luoghi della storia e della memoria, del progetto MI4345 e del Corso di formazione Nascita di una dittatura. Avvento e costruzione del regime fascista, organizzato dall’ISML (Istituto Provinciale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche e dell’ Età Contemporanea di Ascoli Piceno), il prof. Massimo Castoldi terrà una lezione  su Piazzale Loreto. Luogo di memoria e di storia della Milano del 1944.

La storia

10 agosto 1944

In Piazzale Loreto all’alba del 10 agosto 1944 quindici detenuti per motivi politici, senza aver subito alcun processo e avere alcuna condanna specifica, prelevati dal carcere di San Vittore, senza conforti umani e religiosi, furono uccisi su ordine tedesco da un plotone fascista della Legione Muti. Il presidio della zona fu affidato all’Aeronautica repubblicana e a circa trenta militi della Brigata nera «Aldo Resega».
La fucilazione fu scomposta e violenta. Qualcuno tentò invano la fuga. Ci riuscì soltanto Eraldo Soncini, che ferito a un polpaccio fu rincorso fino a un sottoscala di via Palestrina 9 da due militi fascisti della brigata «Resega», dove fu ucciso nel punto nel quale oggi è una lapide che ricorda l’episodio. Il corpo fu riportato con un autocarro sul Piazzale.
I corpi furono lasciati esposti per l’intera giornata.
Non sono chiare le ragioni che determinarono la scelta di quei quindici uomini di età, posizioni politiche, professioni diverse, ma certamente tra gli ispiratori degli scioperi di marzo del 1944 e alcuni di essi esponenti di primo piano dei rinascenti partiti politici:

Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Tullio Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore Principato, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo, Vitale Vertemati.

8 agosto 1944

L’eccidio fu presentato dal comando tedesco come una forma di rappresaglia contro due ordigni esplosi l’8 agosto a un autocarro tedesco, che sostava a Milano in viale Abruzzi all’altezza del n. 77, ma quell’esplosione non causò la morte di alcun tedesco, bensì di sei passanti, tutti italiani.

Una stele commemorativa in granito all’angolo con via Andrea Doria, opera dello scultore Giannino Castiglioni, sostituì nel 1960 un precedente cippo di marmo giallo, che era stato collocato il 10 agosto 1945 poco più avanti verso Corso Buenos Aires nel punto dove avvenne la fucilazione.

28 aprile 1945

A due giorni dalla Liberazione era ormai voce diffusa in città che il popolo milanese avesse «spontaneamente dato al Piazzale Loreto il nome di Piazzale Quindici Martiri» e nel pomeriggio del 28 aprile 1945 si incontrarono sul Piazzale alcuni parenti dei martiri prima con le organizzazioni dei Gruppi di Difesa della Donna e poi con le brigate partigiane di Cino Moscatelli.

Presero la parola in quell’occasione il figlio di Eraldo Soncini, Franco, e Marcella Chiorri vedova di Salvatore Principato.

29 aprile 1945

Era incominciato così il processo di costruzione della memoria e del riscatto di Milano dall’oppressione nazi-fascista, quando verso le 3 e 40 del 29 aprile furono scaricati sul piazzale da un camion proveniente da Como i corpi di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di altri sedici ministri ed esponenti di spicco della Repubblica Sociale Italiana fucilati a Dongo.

Presto si diffuse la notizia in città e una folla incontrollata si adunò sul piazzale, costringendo verso le 11 il servizio d’ordine con l’aiuto dei vigili del fuoco ad appendere i corpi almeno delle sette figure più rappresentative del fascismo alla pensilina del distributore di benzina all’angolo con Corso Buenos Aires e ad allontanare la folla con gli idranti.

Verso mezzogiorno fu condotto sul luogo anche Achille Starace, ex segretario generale del Partito Nazionale Fascista, arrestato e processato in modo sommario in un’aula del Politecnico, e subito fucilato sul piazzale. Nel primo pomeriggio i corpi furono rimossi.