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Milano, 16 aprile 2021, ore 8.30-10.30. Il prof. Massimo Castoldi incontra gli studenti del liceo Cremona di Milano sul tema: Milano Piazzale Loreto. Scrivere la storia: il punto di vista e la critica delle fonti.

L’intervento, che segue a quelli tenuti in presenza il 26 febbraio 2021 con gli studenti dell’Istituto Onnicomprensivo Musicale Statale di Milano, e online con quelli del liceo Machiavelli di Pioltello il 10 aprile, partendo da una riflessione sul significato della storia e sulle modalità dell’indagine storica, intende spiegare la storia nel suo farsi, ovvero provocare il dialogo tra le fonti storiche, a volte anche in contrasto tra loro.

Obiettivi

Gli obiettivi della proposta sono

1) riconoscere il punto di vista con il quale le fonti stesse sono spesso generate o presentate;

2) comprendere quanto la ricerca storica sia in continuo divenire;

3) comprendere quanto la storia sia il frutto di un lavoro complesso pienamente calato nella contemporaneità.

La memoria di Piazzale Loreto

Nella memoria di piazzale Loreto si intrecciano le contraddizioni di oltre settant’anni di storia: dai conti mai risolti con il fascismo, ai conflitti politici durante la guerra fredda, fino alla memoria debole e post-ideologica di oggi, che si logora tra la retorica delle vittime e quella della pacificazione.

All’alba del 10 agosto 1944 quindici antifascisti detenuti nel carcere di San Vittore furono fucilati sul piazzale, senza regolare processo o specifica incriminazione, da un gruppo di militi fascisti su ordine degli occupanti tedeschi.

I corpi furono ammassati contro una staccionata di legno e lasciati lì fino al tardo pomeriggio. I milanesi ammutoliti vi assistettero sgomenti e nel silenzio la piazza fu subito ribattezzata piazzale Quindici martiri.

Nei giorni della Liberazione, il 29 aprile 1945, furono portati in piazzale Loreto i corpi di Mussolini, di Claretta Petacci e dei gerarchi fascisti uccisi sul lago di Como.

La folla euforica e inferocita accorse per assistere alla fine del regime. Le immagini di quella mattina si sovrapposero nella memoria collettiva a quelle dell’anno precedente, complicando la storia di quel luogo già consacrato ai Quindici martiri.

E così la memoria di Piazzale Loreto rimane una memoria incompiuta, che non è riuscita a diventare memoria fondativa dell’Italia libera e democratica. Soltanto la critica delle fonti può provare a restituirci quella storia, liberandola da pregiudizi, e aiutarci a comprendere quanto scriverne significhi anche interpretare il presente.

Uno strumento di lavoro

Il libro pubblicato recentemente da Massimo Castoldi, Piazzale Loreto. Milano, l’eccidio e il “contrappasso” (Roma, Donzelli, 2020), già proposto autonomamente da alcuni docenti, si sta rivelando un ottimo strumento di laboratorio in questa direzione.