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Bergamo, 24 novembre 2021, dalle 15 alle 18. A Bergamo, in città alta, nell’ex carcere di Sant’Agata, si terrà un pomeriggio di studio dal titolo Il carcere specchio della vita fuori dal carcere. 

L’incontro è un’iniziativa legata al Centenario della nascita di Gianfranco Maris, che sarà ricordato dalla figlia Floriana Maris, presidente della Fondazione Memoria della Deportazione, al termine dell’incontro.

L’idea del pomeriggio di studio nasce dalla constatazione, semplice ma non scontata, che la vita carceraria non è un universo altro da quello della comunità, ma ne rispecchia le tensioni e che le condizioni carcerarie sono termometro del tasso di democrazia di un paese.

La mostra Se quei muri, cornice entro la quale si svolgerà l’incontro, rende tale constatazione evidente per il periodo 1943-1945: la guerra in corso, in cui mettersi fuori dalla legge significa militare per un’Italia diversa, porta in carcere uomini e donne che rappresentano quella lotta e la cui presenza in carcere testimonia chiaramente i rivolgimenti in atto nella società.

Spontanea sorge allora la domanda: ed oggi? Il carcere cosa ci manda a dire oggi del nostro essere comunità nel presente?

Grazie alla sinergia tra Isrec, Casa circondariale di Bergamo – don Fausto Resmini, Comune e Università di Bergamo, Carcere e Territorio e Fondazione Memoria della Deportazione di Milano si confrontano intorno a questa domanda Teresa Mazzotta, direttrice del carcere, Sergio Gandi, vicesindaco di Bergamo, Anna Lorenzetti, professoressa dell’Università di Bergamo, Francesca Valenzi, dirigente dell’Ufficio detenuti e trattamento PRAP, Francesco Maisto, garante dei diritti dei detenuti, Adolfo Ceretti, professore dell’Università Bicocca, Piero Colaprico, direttore dell’edizione milanese di “la Repubblica”.

Introduce Elisabetta Ruffini (Isrec Bg)

Moderano l’incontro Gianluca Maris (Fondazione Memoria della Deportazione) e Gino Gelmi (Vice Presidente Associazione Carcere e Territorio).