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Milano, 14 agosto 2022. Sette anni fa, il 14 agosto 2015, moriva a Milano Gianfranco Maris, storico presidente dell’ANED e della Fondazione Memoria della Deportazione. La Fondazione lo vuole ricordare quest’anno pubblicandone il discorso tenuto in Senato in memoria dell’onorevole Piero Malvestiti, morto a Milano il 5 novembre 1964.

 

 

 

 

 

 

Un ricordo di Malvestiti, per ricordare a tutti il suo costante e continuo impegno, la sua lotta contro il fascismo;

per ricordarci come la lotta al fascismo sia stata e debba sempre essere una lotta che coinvolga tutta la società civile.

Un monito, un richiamo alle nostre coscienze e sensibilità… per costruire un mondo migliore la coerenza antifascista è un dovere che non deve conoscere dubbi e perplessità;

il fascismo non è qualcosa relegato alla storia – come purtroppo, per un malcelato democraticismo, taluni, anche a noi vicini, oggi se ne fanno interpreti – il fascismo è il male, non è una opinione è un delitto.

Come avvertiva Umberto Eco l’Ur-Fascismo, o il fascismo eterno è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili…. l’Ur-Fascismo può ancor tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo.

Floriana Maris

“Una lotta comune di resistenza contro i fascisti e i tedeschi, per la liberazione dell’Italia”

Signor Presidente, onorevoli, colleghi, il Gruppo dei senatori del Partito comunista, mentre rinnova alla famiglia dell’onorevole Malvestiti, recentemente scomparso, i sensi del suo profondo cordoglio, si unisce alle espressioni pronunciate qui dal senatore Cornaggia Medici. Ricordiamo in particolare la coerenza antifascista dello scomparso, la coerenza dell’uomo, una coerenza che non conobbe perplessità né titubanze, neppure nel momento in cui il fenomeno fascista si dispiegava nel Paese con modalità che potevano a taluno far credere che esso sarebbe potuto durare a lungo e che potesse essere conveniente accettarlo.

Il Gruppo dei senatori comunisti ricorda il coraggio con il quale l’onorevole Malvestiti affrontò il tribunale speciale, nell’anno 1933, ed accettò la dura condanna di quei magistrati. Il Gruppo comunista ricorda ancora il contributo che l’onorevole Malvestiti diede ad una lotta comune di resistenza contro i fascisti e i tedeschi, per la liberazione dell’Italia, per la liberazione della società nazionale; un contributo, come è stato qui ricordato, che fu dato nella Repubblica dell’Ossola prima, nella Resistenza nel Comasco dopo. Atteggiamenti, questi, che indicano nell’uomo sensibilità ed impegno civile costante.

Sensibilità che fu comune a tutti quelli di noi che combatterono la medesima lotta che l’onorevole Malvestiti condusse dal 1922 al 1945. Sensibilità che deve essere comune anche oggi a tutti quelli che vogliono veramente che i problemi angosciosi che travagliano il Paese siano finalmente avviati a soluzione.

Gianfranco Maris

Piero Malvestiti

Nato il 26 giugno 1899 ad Apiro, in provincia di Macerata, Piero Malvestiti fu oppositore del fascismo per tutto il Ventennio, con interventi anche pubblici di rilievo, quali la commemorazione pubblica di don G. Minzoni, nell’agosto 1924, davanti alla basilica di San Ambrogio.

Nel 1928 diede vita con Gioacchino Malavasi al Movimento guelfo d’azione di radicale opposizione al regime, col fine di denunciare il carattere autocratico, oppressivo e violento del fascismo, stimolando le coscienze degli italiani, che avrebbero dovuto trovare nella propria identità cristiana i presupposti per la costruzione di un nuovo Stato e di un diverso assetto sociale, radicato nella tradizione sociale del cattolicesimo lombardo.

Nel marzo 1933 fu arrestato e condannato a cinque anni di reclusione, per scontare i quali, a causa di una malattia alle vie respiratorie aggravatasi durante il periodo di carcerazione che aveva preceduto il processo, fu inviato a Pianosa.

Graziato per questioni di salute, riprese il lavoro all’ufficio borsa della Banca provinciale lombarda, continuando la sua attività di riflessione politica e culturale antifascista. Esule in Svizzera dopo l’8 settembre 1943, rientrò in Italia nel settembre 1944, divenendo gestore delle finanze della neonata Repubblica dell’Ossola.

Ferito durante il rastrellamento nazifascista dell’ottobre 1944, fu ricoverato in Svizzera a Berna, da dove rientrò poi ancora clandestinamente in Italia, partecipando attivamente alla preparazione della liberazione di Como.

Nel dopoguerra fu consigliere comunale a Milano, deputato all’Assemblea costituente, sottosegretario alle Finanze nel quarto governo De Gasperi, e al Tesoro nel quinto e nel sesto dei governi ancora presieduti da De Gasperi.

Eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione Milano-Pavia dal 1948 al 1958, divenne ministro dei Trasporti nel luglio 1951 e poi ministro dell’Industria e del commercio nel governo Pella, tra l’agosto 1953 e il gennaio 1954.

Nel 1958 divenne vicepresidente della commissione della Comunità Economica Europea (CEE) e poi presidente della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA).