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Milano, 28 dicembre 2020. A due mesi di distanza dall’uscita in libreria del libro di Massimo Castoldi, Piazzale Loreto. Milano, l’eccidio e il “contrappasso” (Roma, Donzelli, 2020), il prof. Massimo Castoldi ha incontrato il 16 dicembre 2020 online, ma presso il liceo milanese Cremona, i docenti delle scuole milanesi.

L’incontro è stata la conclusione del corso di incontri Didalab sulla didattica della storia e della filosofia, promosso dal Dipartimento di filosofia e di storia del Liceo Scientifico Luigi Cremona, dalla Fondazione Memoria della Deportazione e dall’Università degli Studi di Milano.

La ricerca storica e la critica delle fonti

Su richiesta di alcuni insegnanti Massimo Castoldi, dopo una serie di considerazioni sull’importanza di riconoscere il punto di vista nella ricostruzione storica, ha declinato in direzione didattica le principali acquisizioni del suo ultimo libro, che ha cercato di riequilibrare le diverse memorie di Piazzale Loreto, mediante una accurata ricerca storica condotta su fonti edite e  inedite.

Pur dedicando alcune pagine di rigorosa ricostruzione ai fatti dell’aprile 1945, il volume ha voluto soprattutto restituire la voce ai Quindici martiri del 10 agosto 1944, ricostruendo le loro storie umane e politiche, come hanno in modo diverso rilevato Antonio Carioti su “La Lettura” del “Corriere della Sera” e Giovanni De Luna su “Tuttolibri” de “La Stampa”.

Antonio Carioti: “La lettura” (“Corriere della Sera”) 1.11.2020

Giovanni De Luna: “Tuttolibri” (“La Stampa”) 21.11.2020

Il Piazzale Loreto di Castoldi parla al presente

Una parte della discussione si è poi svolta intorno alle considerazioni in proposito di David Bidussa, su “gli Stati Generali” del 13 novembre 2020, che  ha rilevato che quanto scritto nel libro “ci riguarda molto da vicino e parla di noi e a noi, nel tempo attuale”.

Bidussa ha sottolineato due momenti del discorso di Castoldi: il primo è quello della crisi dell’antifascismo, che ha portato alla rimozione progressiva dei fatti del 28 e del 30 aprile 1945 a tutto vantaggio della memoria dilatata dell’episodio della mattina del 29 con l’esposizione del corpo del Duce, il secondo è la riflessione globale per la quale, scrive Castoldi a p. 216,

Non so cosa possa fare più impressione, ma si sbaglia quando si confondono il cadavere di un tiranno, ucciso perché responsabile idealmente della morte di milioni di persone, quello di un passante innocente che viene dilaniato da una bomba, e quello di un uomo che è stato ucciso da un potere violento e corrotto, perché ha dedicato la propria vita a combatterlo per conquistare la libertà di un intero popolo. Rappresentano tre storie diverse, sia pure tutte tragiche, e non possono essere confuse tra di loro. Se si confondono, non si scrive la storia.

Prendendo spunto da questo dibattito, Castoldi si è soffermato sulla metodologia del proprio lavoro, in particolare sulla critica delle fonti, che gli ha consentito di smuovere interpretazioni ormai un po’ banalizzate e mitizzate, e di restituire alla vicenda i suoi colori più autentici, come Castoldi stesso ha dichiarato in una recente intervista su Letture.org.

Il confronto coi docenti e le proposte didattiche

Dall’incontro sono maturate alcune proposte di incontri con gli studenti, soprattutto sul tema della critica delle fonti, ritenuta da alcuni docenti quanto mai opportuna, per far riflettere i giovani sull’attualità della ricerca storica e sul tema della costruzione della memoria. Il primo sarà al Liceo Cremona il 15 gennaio 2021.