Ermanno Loevinson, un archivista vittima della Shoah

La Fondazione Memoria della Deportazione si è fatta promotrice della mostra Ermanno Loevinson un archivista vittima della Shoah, a cura di Giorgio Marcon e Massimo Giansante, inaugurata il 25 gennaio 2015, alle ore 10 a Bologna presso l’Aula didattica dell’Archivio di Stato, Vicolo Spirito Santo 2. Ermanno Loevinson, che fu direttore dell’Archivio di Stato di Bologna negli anni 1930-1934, morì ad Auschwitz il 18 ottobre 1943. La mostra è stata patrocinata anche dal Comune di Bologna, dalla Comunità ebraica bolognese, dall’Associazione Amicizia Ebraico-Cristiana di Bologna, e realizzata dall’Archivio di Stato in collaborazione con la Deputazione di storia patria per le province di Romagna. Hanno parlato in quell’occasione oltre a Massimo Castoldi, direttore della Fondazione Memoria della Deportazione e a Elisabetta Arioti, direttrice dell’archivio di Stato di Bologna, Serena Dainotto dell’Archivio di Stato di Roma e i curatori della mostra Giorgio Marcon e Massimo Giansante.

Ermanno Loevinson nacque a Berlino il 3 giugno 1863. Conseguita la laurea in Filosofia, si trasferì in Italia e visse a Roma, dove fu naturalizzato italiano nel 1891, ottenendo, in prima istanza, la piccola cittadinanza e sette anni dopo la grande cittadinanza.

Il suo nucleo familiare era costituito da sette fratelli: Martin, Emil, Henriette, Hermann, Feodora, Oskar e Johanna.

Questi ultimi dati, cortesemente segnalati dalla prof.ssa Tamar Herzig, provengono dall’archivio della sorella più giovane di Ermanno, Johanna Meyer-Loevinson (1874-1958), che si conserva presso l’Istituto Leo Baeck di New York e che contiene anche un fascicolo sul fratello maggiore da cui emergeranno ulteriori e rilevanti elementi biografici.

Ermanno Loevinson frequentò per un lungo lasso di tempo (1895-1920) – in qualità di alunno di I categoria – l’Archivio di Stato di Roma: una fotografia, esposta nella mostra, lo ritrae, fra altri prestigiosi colleghi in servizio presso il medesimo Istituto nel 1919.

Nel 1927 fu nominato direttore e trasferito a Parma dove diresse il locale Archivio di Stato fino al 1930 e successivamente fu assegnato con la qualifica di soprintendente alla direzione dell’Archivio di Stato di Bologna con decorrenza dal 1 giugno 1930 al 22 novembre del 1934, prima di essere collocato a riposo nel gennaio del 1935.

Tra le varie onorificenze conferitegli dal Ministero dell’Interno, negli anni della sua sovrintendenza all’Archivio di Stato di Bologna, si segnala quella di Commendatore nell’Ordine della Corona d’Italia, quella di Cavaliere nell’ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro, unitamente alla nomina di Vice Presidente della Commissione Araldica Regionale Romagnola per il quadriennio 1931-34.

Nell’ambito degli Istituti Culturali cittadini e regionali, Ermanno Loevinson fu nominato Membro Effettivo dell’Istituto per la Storia dell’Università e, nel mese di aprile del 1932, gli fu notificata la qualifica di Socio Corrispondente della Regia Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna.

Da altre fonti risulta che questo stesso titolo gli fu assegnato nell’ambito della Deputazione di Storia Patria per le Marche e che il suo nome appare anche fra i soci dell’Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone.

Nelle “note di qualifica”, individuate nel suo fascicolo personale e datate gennaio 1931e 1932, il nostro direttore segnalava al Prefetto la sua collaborazione a «tutti i volumi della Enciclopedia Giovanni Treccani finora usciti […] con voci sulla storia medievale, moderna e contemporanea», cui si affiancava la parallela segnalazione del suo contributo redazionale al Dizionario del Risorgimento, coordinato dal Prof. Michele Rosi.

Ermanno Loevinson si onorava inoltre di essere coinvolto nel «Comitato Generale per le Onoranze Marsiliane» e, sul versante archivistico, comunicava al Prefetto «la compilazione e redazione di un Indice Sommario, sala per sala, della consistenza del materiale in tre locali diversi occupati da questo R. Archivio di Stato».

Nell’ambito della cooperazione alle iniziative culturali, il nostro direttore assicurò l’apporto dell’Archivio di Stato alla Mostra del Digesto e della Storia dello Studio di Bologna ideata dal Comitato ordinatore del Congresso Internazionale di diritto romano e allestita, nel 1933, presso la sede dell’Archiginnasio: nel relativo catalogo figurano 31 manoscritti (più della metà del numero complessivo) provenienti dall’Archivio di Stato.

In quello stesso anno Ermanno Loevinson inaugurava le Pubblicazioni del R. Archivio di Stato di Bologna con l’edizione, approntata da Giorgio Cencetti, delle Carte del secolo XI dell’Archivio di S. Giovanni in Monte e S. Vittore: edizione corredata da una sua prefazione in cui precisava che tale pubblicazione era destinata a «servire d’aiuto nelle indagini scientifiche» e formulava l’auspicio di «originarne sempre nuove e più profonde; tutto ciò a decoro della città di Bologna, delle regioni emiliana e romagnola, e, non per ultimo, l’antichissimo Studio bolognese».

A distanza di anni, nel 1970, Gianfranco Orlandelli rievocherà la «commossa meraviglia» che «aveva turbato» Giorgio Cencetti «alle parole uscite […] dalla penna di Ermanno Loevinson» nella citata prefazione: «parole aperte, calorose» e caratterizzate «da freschezza di sentimenti, serietà di un impegno […] assorto senza riposo nella applicazione costante alla ricerca».

Congedatosi da Bologna nel 1934, Ermanno Loevinson rientrò a Roma e sperimentò i terribili effetti delle leggi razziali promulgate dal regime fascista nel 1938: sarà infatti radiato da tutti gli Istituti culturali, cui era associato, e il 16 ottobre del 1943, quando a Roma si scatenò la retata nazista, fu deportato e ucciso ad Auschwitz insieme alla moglie Wally e al figlio Sigismondo.