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Trashware è un termine composto derivato dalla contrazione delle parole inglesi trash, spazzatura e hardware. Si parla di trashware quando si ricondizionano i Personal Computer sostituendo componenti usurate, o quando un PC, obsoleto per i nuovi software proprietari, è reso ancora funzionante attraverso il software libero, e in particolare mediante un idoneo sistema operativo GNU/Linux.

La Fondazione, entro i limiti delle proprie possibilità, pratica la conservazione tecnologica, ricorre al trashware, utilizza il software libero.

La conservazione tecnologica è una soluzione temporanea per la conservazione degli oggetti digitali, e per le operazioni di conversione analogico-digitale dei documenti fissati su supporti di memorizzazione obsoleti. Trashware e software libero sono fondamentali affinché i progetti siano sostenibili dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente, del contenimento delle spese, del ricorso a formati aperti e standard per una conservazione permanente degli oggetti digitali. Ciò infatti favorisce l’interoperabilità, e permette il reimpiego delle risorse, che possono essere così create, modificate, o lette da una gran numero di applicazioni.

La Fondazione ha ricevuto in dono da PCOfficina due PC portatili sui quali sono installati i sistemi operativi Linux Mint e Lubuntu. La Fondazione esprime la propria riconoscenza a PCOfficina, associazione sorta al fine di svolgere attività di utilità sociale senza finalità di lucro. PCOfficina, per il raggiungimento dei propri scopi, si occupa fra le altre cose di condivisione del sapere, promozione del software libero, difesa dell’ambiente tramite la riduzione dei rifiuti tecnologici, supporto a progetti di informatizzazione a basso costo. PCOfficina pertanto recupera, ripara, rigenera con software libero, e ridistribuisce PC e periferiche usati.

 

Rocco Marzulli

Direzione

Fondazione Memoria della Deportazione