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Savona, 8 luglio 2021. Floriana Maris, presidente della Fondazione Memoria della Deportazione, ricorda Maria Bolla Cesarini, presidente dell’ Aned di Savona e Imperia, nata a Milano il 2 luglio 1932 e mancata due giorni fa.

Cari Compagne, Compagni, Amiche e Amici,

questo momento di comune cordoglio ci colpisce profondamente, perché con la scomparsa di Maria, non abbiamo perso solo una compagna dell’Aned, ma abbiamo perso anche e soprattutto una donna straordinaria, una grande amica e una combattente instancabile, che nel corso della sua vita si è sempre prodigata con fermezza nel difendere gli alti valori di pace, giustizia sociale, uguaglianza e democrazia, valori che ha ereditato dalla sua famiglia.

Il papà Bernardo, iscritto al partito comunista, è stato, infatti, deportato a Ebensee, sottocampo di Mauthausen, e la mamma è stata staffetta partigiana detenuta nel carcere Le Nuove a Torino.

Ho conosciuto Maria al Congresso ANED nel 2012, l’ultimo presieduto da mio padre.

Mi colpi la coerenza e la lucidità del suo intervento che coglievano le novità di quel congresso e la sua proiezione verso il futuro.

Ho visto Maria, poi, in numerose altre occasioni. Ricordo, soprattutto, l’invito che mi rivolse a partecipare il 1 marzo 2019 a Savona, alla Fortezza del Priamar, alla celebrazione del 75° anniversario dello sciopero del 1 marzo 1944 dei lavoratori di Savona che sfidarono il regime nazifascista. In quella occasione ho conosciuto anche l’aspetto più umano e personale di Maria. Mi ospitò a casa sua e passammo la serata a parlare, non solo di progetti e di ideali, ma anche della nostra vita personale.

Il 5 maggio scorso Maria ci ha fatto un grande regalo: nonostante la sua malattia, con grande generosità, ha partecipato al ricordo organizzato dalla nostra Fondazione Memoria della Deportazione a Orco Feglino per celebrare il centenario della nascita di mi padre.

Oggi crediamo che sia doveroso ricordare il suo instancabile impegno nel mantenere viva la memoria della deportazione e dell’antifascismo, condividendo alcune sue parole pronunciate nel corso di quella giornata per ricordare l’eredità morale e civile lasciata da Gianfranco Maris. Maria ha detto: “Cari amici, parrebbe una cosa di rito, parrebbe una cosa normale, un riconoscimento dato all’uomo. No, secondo me oggi siamo qui con un impegno importantissimo: continuare a leggere le sue testimonianze, a far leggere le testimonianze dei nostri deportati, spiegare la ragione perché chiediamo qualche volta ai sopravvissuti di sondare nel loro dolore e ricordare quella che fu la sofferenza nei campi di sterminio.”

E noi aggiungiamo che la memoria è indispensabile perché, come ha ricordato Maria, “la verità è un valore alto”.

Grazie, cara Maria.

Nel nostro cuore rimarrà il tuo ricordo e nella nostra mente la forza del tuo impegno.

Lettera Floriana Maris