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Manduria (Taranto), 24 aprile 2021, ore 10.00. Il prof. Massimo Castoldi incontra gli studenti delle scuole di Manduria per l’anniversario della Liberazione, a cento anni dalla bomba fascista di Bolzano che uccise il 24 aprile 1921 il maestro elementare Franz Innerhofer. Un ricordo che unisce l’Italia nel giorno della Festa della Liberazione e intende proporre una riflessione sul ruolo della scuola al centro dell’interesse nazionale. Alla base dell’incontro saranno i suggerimenti offerti dal libro di Massimo Castoldi, Insegnare libertà. Storie di maestri antifascisti, Donzelli, 2018. Al maestro di Bolzano Franz Innerhofer è dedicato l’intero secondo capitolo del libro.

Saluti di Gregorio Pecoraro, Sindaco di Manduria

Modera Vito Andrea Mariggiò, Assessore alla Cultura del Comune di Manduria

L’incontro sarà un aperto confronto e dibattito tra il prof. Massimo Castoldi e i giovani delle scuole.

L’evento sarà visibile

sulla pagina facebook del sindaco di Manduria

https://www.facebook.com/gregoriopecoraropermanduria/

e sulla pagina facebook del Museo civico Manduria

https://www.facebook.com/museocivicomanduria/

 

 

 

 

 

 

 

 

L’incontro sarà caricato sulla piattaforma Sofia per il rilascio dei crediti formativi al personale docente presente.

Il libro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimo Castoldi, Insegnare libertà. Storie di maestri antifascisti, Roma, Donzelli, 2018

Dal secondo capitolo: Il sacrificio di Franz Innerhofer

Erano passati soltanto undici giorni dall’omicidio di Carlo Cammeo a Pisa, quando a Bolzano il 24 aprile 1921 le squadre fasciste guidate da Achille Starace uccidevano un altro maestro elementare, Franz Innerhofer.

Non si trattò di un delitto accuratamente premeditato come quello di Cammeo, e forse Innerhofer non era impegnato nella lotta di contenimento dell’avanzata fascista come Cammeo, ma la violenza spietata dell’episodio, il suo contesto storico e le sue drammatiche conseguenze fanno di Franz Innerhofer uno dei primi martiri italiani per la libertà dal fascismo e, credo, la prima vittima dei fascisti in Alto Adige.

Innerhofer divenne quel giorno il simbolo di un patriottismo ottocentesco, che significava amore per la propria terra e volontà di combattere il dispotismo, che si contrapponeva al nazionalismo fascista emergente inteso come guerra senza riserve alla contaminazione, all’eterogeneità, alla diversità culturale e religiosa.

La sua storia è ancora interamente da scrivere, ma la sua adesione partecipata alla fiera cittadina di Bolzano dell’aprile 1921 era certamente segno della volontà di salvaguardare l’autonomia e la tradizione della propria lingua, della propria cultura, della propria minoranza e della propria diversità, che il fascismo si proponeva di annullare, cancellare e distruggere, nel suo culto fasullo di un’italianità uniformante e storicamente inesistente.