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In occasione dell’uscita di “Triangolo Rosso” sulla celebrazione della liberazione del campo di sterminio di Mauthausen pubblichiamo il discorso di Floriana Maris, presidente della Fondazione Memoria della Deportazione

Mauthausen 15 maggio 2022

Celebrazione della liberazione del campo di sterminio

Finalmente in presenza.

Ero felice, dopo tre anni, dopo tre lunghissimi anni, tornavamo a guardarci negli occhi, a riconoscerci, ascoltarci, sentire guardandoci perché siamo qui, davanti al monumento che ricorda la deportazione italiana antifascista: resistenti, partigiani, combattenti per la libertà, operai che nel marzo 1944, incrociarono le braccia in difesa della pace, del pane e delle fabbriche che i nazisti volevano smantellare e portare in Germania.

Ero felice, perché tornavamo ad essere UNITI, non solo nella pietà e nel ricordo di coloro che sacrificarono la loro vita in nome della LIBERTA’, della DEMOCRAZIA, della GIUSTIZIA, della pace – che parola difficile e lontana oggi – ma perché tornavamo ad essere UNITI nella rivendicazione, nell’affermazione di quei valori, dei loro valori, dei nostri valori, perché, diceva mio padre “il prezzo pagato per la libertà possa avere un futuro”.

Ero felice, dicevo, ma poi la guerra, l’invasione il 24.02.2022 da parte delle Forze Armate della Federazione Russa della Ucraina, i bombardamenti, le devastazioni, i morti.., donne, vecchi, bambini, uomini sia ucraini che russi e la profonda ferita di chi, come noi, si riconosce in quel giuramento che il 16.05.1945 i superstiti del campo di sterminio di Mauthausen, i rappresentanti, tutti, della lotta dei popoli dell’Europa contro il fascismo ed il nazismo pronunciarono e sottoscrissero: “la PACE e la LIBERTA’ sono garanti della felicità dei popoli”.

Il 28.02.2022 i membri dei comitati internazionali Auschwitz hanno firmato un appello “stop this war immediately!” in cui si legge, tra l’altro: “Russians and Ukrainians had been registered by the Nazis under the same category of prisoners, they had to face the same deprivations, humiliations and life-threatening situations. They could only rely on the solidarity between deportees to survive. All of them had had their share in the common struggle against the Nazi aggressor, as citizens of the Soviet Union.

New states have emerged, but the common history and the human bonds forged by history do not stop at national borders. None of those who suffered the war, none of those who carry the painful legacy, can bear the prospect of a return to tragic times. All of them are united today in considering, in the words of the Mauthausen Oath, “this reconquered freedom as a common good of all peoples”.

We condemn the war against Ukraine, which endangers the very existence of this country and peace in Europe. This military attack is a clear violation of international law. We are convinced that any political conflict can be solved at the negotiating table if both sides show reason and humanity”.

Successivamente il CIM (Comitato Internazionale di Mauthausen) ed il MKÖ  (Mauthausen Komitee Österreich) hanno inoltrato agli ambasciatori di Russia e Bielorussia una lettera con la richiesta di non intervenire alla cerimonia di liberazione del 15.05.2022.

Dura la reazione della delegazione russa.

Chiara la risposta dei delegati di Francia, Polonia, Italia, Ungheria e Spagna.

Voglio soffermarmi sulla risposta degli spagnoli, per la forza ed il dolore che esprime l’assunzione di questa posizione.

“RICORDIAMO SEMPRE il sostegno dell’URSS alla II Repubblica spagnola e l’accoglienza di insegnanti e bambini spagnoli nel suo territorio, durante la nostra guerra per combattere il fascismo nazionale e internazionale. RICORDIAMO SEMPRE che circa 4.000 compagni comunisti spagnoli e piloti di aerei repubblicani sono arrivati ​​in URSS e sono stati installati in case di riposo. RICORDIAMO SEMPRE la protezione delle donne e dei bambini spagnoli durante l’invasione tedesca dell’URSS e il loro trasferimento in Asia. RICORDIAMO SEMPRE che molti uomini e donne spagnoli si sono uniti alla guerriglia antinazista o all’Armata Rossa nella loro lotta contro il nazismo. RICORDIAMO SEMPRE l’enorme sacrificio del popolo sovietico, le sofferenze dei prigionieri sovietici nei campi nazisti – la solidarietà tra prigionieri repubblicani e sovietici nel Russenlager di Mauthausen – e la partecipazione essenziale, indispensabile e insostituibile dell’Armata Rossa alla vittoria contro il nazismo. LO RICORDIAMO SEMPRE E NON LO DIMENTICHEREMO MAI”.

“RICORDIAMO”, in quel ricordiamo vi è tutta la sofferenza di chi non dimentica il sacrificio del popolo russo (più di 24 milioni di morti durante la seconda guerra mondiale), la sofferenza di chi non dimentica il loro contributo determinante alla lotta contro il nazifascismo e alla vittoria.

Ho riflettuto sulla nostra sofferenza, la mia sofferenza, ho, quindi, scritto al CIM (l’idea è di mio fratello Gianluca) poche righe per chiedere che all’o.d.g. della seduta del 13.06.2022 l’Assemblea Generale discutesse sulla proposta che teatro di PACE tra le parti fosse questo campo, Mauthausen, che il lager fosse il luogo dove russi e ucraini si potessero incontrare, dentro queste mura, dove furono assassinati decine di migliaia di russi e ucraini, di sovietici in nome della PACE e della SOLIDARIETA’ dei popoli, perché qui ricercassero “reason and humanity”, qui ritrovassero “reason and humanity”, come è scritto nell’appello del 28.02.2022.

Si parla, da una parte, di denazificazione, dall’altra di Putin come Hitler.

Non facciamo della storia un miscuglio incongruo, senza distinguo, senza analisi, senza conoscenza e cultura: “l’annullamento della storia – scrisse il professor Enzo Collotti, una delle massime autorità della storia del ‘900 – della sua attitudine e premessa alla critica del presente, consente il dilagare di comportamenti svincolati da ogni pregiudiziale ideologica ed etica”.

Allora è in questo campo, espressione brutale della organizzazione di sterminio nazista, espressione dell’Ordine Nuovo che il nazismo voleva imporre in Europa, che le parti si debbano confrontarsi.

Non in Turchia, ma in questo campo di annientamento delle LIBERTA’ e dei Diritti degli uomini e delle donne, che anche in quelle condizioni disumane, seppero resistere.

È qui che uomini diversi debbono trovare parole uguali.

Sergio Mattarella, ricordando le parole di Robert Schuman, Ministro degli esteri francese, anima della CECA (Comunità Europea Carbone e Acciaio) embrione dell’UE, ha detto: “la pace non può essere salvaguardata se non con gli sforzi creativi proporzionali ai pericoli che la minacciano”,

quindi un serio negoziato che superi la febbre bellicistica che oggi si respira da più parti.

Sarebbe bello che l’Europa avesse un ruolo da protagonista in una guerra che si combatta sul suo suolo!

Qui dove i resistenti al nazifascismo seppero dire NO alle barbarie per la pace e la solidarietà.

Ricordo, come ho scritto nella lettera al CIM, che all’interno di questo campo si tenne il XII congresso Internazionale ANED nel 2000 il cui tema era l’Europa unita nella LIBERTA’ e nella DEMOCRAZIA e non solo dalla moneta e dai mercati.

Si può fare, lo dobbiamo fare.

“la pace oggi non è un obiettivo minimo, ma è il traguardo arduo, l’unico traguardo giusto e possibile per tutti i popoli, che deve essere raggiunto con ogni sforzo e con ogni sacrificio, traguardo indivisibile da un processo di trasformazione delle relazioni internazionali”[1].

 

[1] X congresso Prato 1990, anche allora venti di guerra, la crisi del Golfo. X congresso Prato dalla relazione del Presidente Gianfranco Maris