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A Casalecchio di Reno (BO), il 26 marzo 2018, il prof. Massimo Castoldi parlerà al liceo “Leonardo da Vinci” con una lezione introduttiva sulla questione delle leggi razziali e sulle ragioni storiche del fascismo e del nazismo. Si soffermerà anche sul tema della propaganda.

 

 

 

 

 

Questo in preparazione dell’itinerario di un gruppo di 50 studenti in Germania a Berlino e al campo di Ravensbrück, che si terrà dal 10 al 14 aprile.

Gli studenti sotto la guida della Fondazione incontreranno a Berlino, come è ormai consuetudine, i responsabili della casa di Wannsee.

Itinerario in Germania

Agli studenti saranno illustrate le decisioni prese a Wannsee dagli alti ufficiali nazionalsocialisti, per tradurre in atto la soluzione finale dello sterminio degli ebrei in Europa.

Saranno anche presentate loro le modalità con le quali tali decisioni furono prese.

Il lavoro di quest’anno conferma la didattica sperimentale avviata dalla Fondazione, nella ricerca di nuove forme per presentare i temi della deportazione e delle dittature fascista e nazista alle nuove generazioni.

Gli studenti si recheranno poi, sempre accompagnati dalla Fondazione, nel campo di Ravensbrück.

Il viaggio della memoria. Riflessioni

L’esperienza dei viaggi della memoria rappresenta un’occasione per avviare con gli studenti una riflessione sul tema della memoria della deportazione, sul significato della visita ai campi di sterminio in rapporto con la necessità della ricerca storica e con le sfide del presente.

Questo al fine di andare oltre il motto “ricordate affinché non si ripeta”, che rischia di trasmettere non solo un’immagine oltremodo ingenua della storia, ma anche un moralismo banalizzante, che la vorrebbe risolvere in una visione compassionevole, a volte addirittura in una favola edificante che racconta la guerra del bene contro il male, nella quale noi spettatori passivi siamo inevitabilmente, quasi per un inspiegabile diritto, dalla parte del bene.

Le domande del presente

Andiamo e dobbiamo andare sui luoghi della memoria, non solo per rendere doveroso omaggio ai milioni di vittime innocenti dello sterminio, ma anche per rafforzare in noi l’urgenza delle domande alle quali facciamo fatica a rispondere e che sono le domande, che sono al centro della nostra vicenda collettiva e individuale, che sono le domande del nostro presente:

perché una società, che si definisce civiltà, arriva a decretare l’assassinio di una parte della propria popolazione?

– perché ciò è accaduto proprio in Germania, in Austria, in Italia e oggi accade anche in altre parti del mondo?

– perché ancora nel mondo contemporaneo cultura e barbarie non sono dissociabili l’una dall’altra, nonostante tutti i discorsi e gli appelli che da secoli si fanno sulla richiesta di pace e di tolleranza?

Visitare i luoghi dello sterminio, dunque, non è né il punto di partenza, né il punto di arrivo di un percorso, ma soltanto un importante, forse oggi imprescindibile, momento di un itinerario di conoscenza storica, al quale tutti dobbiamo partecipare con senso di responsabilità e consapevolezza. Il nostro scopo è ripercorrere insieme la nascita delle strutture del pensiero antidemocratico, del totalitarismo, che i nostri avi hanno prodotto e sostenuto, e impegnarci a riconoscerne i germi nella società nella quale viviamo.